Rischi lavorativi derivanti dall’uso di chemioterapici antiblastici
Note rilevate dal Documento del Ministero della Sanità, Istituto Superiore per la Prevenzione e la Sicurezza del Lavoro, Dipartimento Medicina del Lavoro “La prevenzione dei rischi lavorativi derivanti dall’uso di chemioterapici antiblastici in ambiente sanitario e gli adempimenti previsti dal D.lgs.81/08”.
I chemioterapici antiblastici devono essere considerati, anche per i lavoratori professionalmente esposti, come sostanze potenzialmente cancerogene pur non essendo possibile al momento attuale precisare l’entità del rischio. I chemioterapici antiblastici devono pertanto essere trattati, manipolati come sostanze a rischio e particolare cura deve essere riservata alla formazione ed informazione del personale. L’ esposizione professionale ai chemioterapici antiblastici deve essere mantenuta entro i limiti più bassi pos-sibile, conformemente al principio “ALARA” (As Low As Readily Achievable), che deve essere applicato date le strette analogie biologiche e cliniche che questi farmaci presentano con le radiazioni ionizzanti.
• Terminologia e Parole Chiave
Cancerogeno, chemioterapici antiblastici, classe di protezione, DPA, DPI, HEPA, RSO, sorgenti di esposizione, TNT.
• Definizioni
Cappa / Cabina per citostatici – Attrezzatura che protegge il personale di servizio e l’ambiente da effetti nocivi dovuti ad aerosol di citostatici liberatisi all’interno; contribuisce affinchè nessun effetto nocivo dell’ambiente possa pregiudicare la qualità dei preparati citostatici posti all’interno della cabina.
Protezione del personale – Proprietà grazie alla quale il personale di servizio non viene esposto ad alcun ef-fetto nocivo di componenti citostatici.
Protezione del prodotto – Proprietà grazie alla quale nell’ambiente di lavoro della cabina non può pervenire un quantitativo di particelle superiore a quello ammissibile.
• Principali chemioterapici antiblastici valutati dalla IARC come cancerogeni
Cancerogeni per l’uomo:
1,4 Butanediolo imetansulfonato (Myleran), Ciclofosfamide, Clorambucil,1(2-cloroetil)-3(4-netilcicloesil)-1Nitrosurea (Metil-ccnu), Melphalan, Mopp, N,M-bis-(2-Cloroetil)-2-Naftilamina (Clornafazina), Tris (1-Aziridinil) Fosfinosolfuro (Tiotepa)
Probabilmente Cancerogeni:
Adriamicina, Aracitidina, -(2-Cloroetil-3-Cicloesil-1-Nitrosu-rea(CCNU), Mostarda Azotata, Procarbazina
• Sorgenti di esposizione
Negli ambienti di lavoro l’assorbimento può avvenire principalmente per via inalatoria o cutanea. Le altre vie di penetrazione nell’organismo possono essere definite inusuali, ad esempio quella per via oculare dovuta a spruzzi e quella per via digestiva dovuta ad ingestione di cibi contaminati. L’esposizione professionale a questi farmaci può coinvolgere differenti categorie di lavoratori e può verificarsi durante le diverse fasi della manipolazione:
a. Immagazzinamento – La movimentazione di confezioni di farmaci non integre può provocare esposizione degli operatori addetti al ricevimento e stoccaggio in farmacia e nei reparti oncologici.
b. Preparazione – Molti farmaci devono essere solubilizzati e trasferiti da un flacone ad un altro ed esiste il rischio di aerosolizzazione e spandimento durante l’apertura della fiala, l’estrazione dell’ago dal flacone, il trasferimento del farmaco dal flacone alla siringa o alla fleboclisi, la espulsione di aria dalla siringa per il dosaggio del farmaco.
c. Somministrazione – Nelle operazioni di somministrazione si può verificare il contatto cutaneo a causa di travasi di liquido dai deflussori, flaconi e connessioni.
d. Smaltimento – L’esposizione professionale può accadere durante le operazioni di smaltimento di: (i) re-sidui, (ii) D.P.I., (iii) filtri delle cappe dopo la loro rimozione, (iv) letterecci contaminati dagli escreti dei pazienti sottoposti a trattamento, (v) urine dei pazienti.
e. Manutenzione cappe – L’esposizione può verificarsi durante la pulizia della cappa e la rimozione dei filtri.
Fonte: Note rilevate dal Documento del Ministero della Sanità, Istituto Superiore per la Prevenzione e la Sicurezza del Lavoro, Dipartimento Medicina del Lavoro “La prevenzione dei rischi lavorativi derivanti dall’uso di chemioterapici antiblastici in ambiente sanitario e gli adempimenti previsti dal D.lgs.81/08”.