Chi più spende, meno spende

John Rustin, un critico d’arte britannico, scriveva nel 1800 a proposito dell’offerta più bassa: 

“E’ imprudente pagare troppo ma ancora peggio è pagare troppo poco. Se si paga troppo si perde un po’ di denaro, ma tutto finisce qui. Se invece si paga troppo poco, si rischia di perdere tutto perché ciò che si è comprato non è in grado di fare il lavoro per il quale era stato acquistato. La legge di mercato nega lo possibilità di pagare poco e di ottenere molto: è una cosa che non si può verificare. Se si tratta con l’offerente meno caro, è opportuno prevedere una certa riserva per coprirsi dal rischio che si corre. Ma se si è in grado di fare ciò, avremo sufficiente denaro per comperare qualche cosa di migliore qualità.” 

L’economista Karl Kobe scriveva più tardi:

“Nei rapporti di compra – vendita si deve essere in due “a fare l’affare”; chi compra e chi vende. Se uno dei due contraenti “non fa l’affare” la legge di mercato dice che entrambi “non fanno l’affare”. Mentre ciò è ovvio per il “perdente”, anche il “vincente” deve rendersi conto che non ha fatto un buon affare”.
Queste regole erano valide nel passato e sono ancora più valide oggigiorno. Un buon acquisitore capisce e sceglie avendo la consapevolezza che quello che si può ottenere è strettamente legato a quello che si paga e sa anche che volendo ottenere di più, è giusto pagare di più.
Ma c’è da chiedersi se gli acquisitori odierni, in gran parte degli enti pubblici, conoscano queste leggi fondamentali dell’economia.