Le “cariche” ecclesiastiche
Nella Chiesa Cattolica, a capo dei vescovi c’è il vescovo di Roma, il Papa. Le diocesi sono affidate ad un vescovo e sono suddivise in parrocchie rette da parroci. Si tratta di una organizzazione gerarchica. I livelli principali sono diacono, prete, vescovo. Tutti gli altri titoli sono “collaterali”.
-Diacono: è il ministro che ha ricevuto il primo grado dell’Ordine Sacro. E’ assimilabile al prete, ma a differenza del prete, esercita le funzioni come servizio e non “nella persona di Cristo”. Non è obbligato ad indossare l’abito talare, può anche essere sposato.
-Prete (sacerdote): deriva dalla abbreviazione “presbitero” ed identifica chi ha ricevuto il secondo livello del Sacramento dell’Ordine Sacro. Presiede la parrocchia e si chiama “parroco”.
-Vescovo: identifica chi ha ricevuto il terzo grado del Sacramento dell’Ordine Sacro della Chiesa. Presiede la parrocchia e si chiama “parroco”. Il vescovo è responsabile di una diocesi. Ha l’abito di colore rosso violaceo.
-Arciprete: il parroco di una parrocchia che ha autorità su quelle confinanti.
-Arcivescovo: è un vescovo a capo di più diocesi.
-Cardinale: sono i vescovi ai quali spetta il compito di eleggere il Papa. L’insieme dei cardinali è il “concistoro”. Ha l’abito di colore rosso porpora.
-Frate: religioso di ordine cattolico. Ha professato voti di castità, povertà, obbedienza. Non è necessariamente prete.
-Monaco: religioso di ordine cattolico. Conduce una vita solitaria e contemplativa dedita allo studio, al lavoro, alla preghiera.
In Italia ci sono circa 2.700 Giudici di Pace contro i 5.000 previsti dalla legge del 1991.