Nota Applicativa Bioaerosol N.8 – Monitoraggio microbiologico dell’aria in “aree bianche” (Clean Room)

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E’ universalmente riconosciuto che il personale rappresenta la primaria fonte di contaminazione nelle “clean room”. Una “clean room” ben ideata prevede l’impiego di barriere primarie con flusso d’aria unidirezionale che agisce da barriera tra la fonte della contaminazione (uomo) ed il prodotto.

Il monitoraggio microbiologico delle “clean room” comprende il controllo delle superfici delle apparecchiature, degli ambienti, del personale ed una valutazione quantitativa del contenuto microbico aeroportato.

La “corrente Buona Prassi di Fabbricazione” include la identificazione periodica dei microrganismi al fine di determinare la fonte di provenienza della contaminazione, l’efficienza dell’ addestramento impartito al personale, l’ efficienza delle procedure e degli agenti di sanificazione.

• Protocollo di campionamento

Si deve approntare un piano di campionamento che si basi sulla classe dell’ impianto e dell’ ambiente a garantire la protezione del prodotto. Il piano deve prevedere la frequenza, le condizioni operative, il metodo microbiologico, il luogo, il numero ed il volume di campionamento, i metodi per la interpretazione dei risultati.

Il sito ed il numero di campioni da prelevare sarà in funzione del locale e della sistemazione all’ interno del locale (ad esempio se ci si trova all’ interno od all’ esterno della barriera primaria).

All’inizio è opportuno prevedere un intenso e particolare piano di campionamento ambientale per rendersi conto del grado di contaminazione e per avere anche una linea di base di riferimento. Si deve anche prevedere un piano di monitoraggio periodico per misurare l’efficacia dei trattamenti di sanificazione e per aiutare a determinare i livelli di pericolo e di azioni da intraprendere. Specifici piani di campionamento devono essere messi a punto quando si vuole valutare la efficacia delle procedure di detersione e disinfezione. In tal caso si devono prelevare campioni prima e dopo i trattamenti ed al termine della operatività giornaliera. In tal modo si è in grado di valutare l’ impatto delle operazioni e del personale sull’ambiente ed al tempo stesso l’efficacia delle procedure di detersione e disinfezione.

• Materiale e metodo

• Campionatore microbiologico d’ aria.

• Piastre a contatto con terreno nutritivo Sabouraud Dextrose Agar per conta di lieviti e muffe, in confezione

a triplice imballo per aree sterili, sterilizzate al cobalto

• Piastre a contatto con le stesse caratteristiche ma addizionate di agente neutralizzante per disinfettanti

• Piastre a contatto con terreno nutritivo Trypticase Soy Agar per conta totale, in confezione a triplice imballo per aree sterili, sterilizzate al cobalto

• Contenitori per trasporto autoclavabili

Il metodo è descritto nel Manuale del fabbricante.

Il campionamento attivo mediante campionatore d’aria a volume conosciuto può essere completato con il campionamento passivo con piastre Petri aperte nei punti più critici all’interno dell’area bianca.

• Confezionamento del materiale da introdurre nella “clean room”

Sterilizzazione del campionatore d’aria

a. Testata di aspirazione

La testata di aspirazione completa di coperchio protettivo in resina plastica può essere sterilizzato in autoclave a 121°C per 20 minuti. In alternativa può essere sterilizzato chimicamente all’ interno ed all’ esterno con una soluzione di alcool isopropilico al 70% (in confezione per camere sterili).

b. Alloggiamento della piastra a contatto

Il campionatore completo di testata di aspirazione, senza coperchio in resina plastica, può essere disinfettato con aerosol disinfettante (per 30 secondi a 30 cm dalla testata con l’aspirazione funzionante).

c. Corpo del campionatore

Il corpo in plastica del campionatore deve essere trattato con un debole agente chimico.

d. Valigetta per il trasporto

Il campionatore è così pronto per essere introdotto nella valigetta di trasporto, che può essere disinfettata chimicamente con un agente che sia compatibile con il policarbonato. Il policarbonato deve essere tenuto sempre ben pulito e deterso per rimuovere ogni traccia di sostanza organica, detergenti o disinfettanti prima della sterilizzazione in autoclave. Far sempre seguire un risciacquo con acqua distillata. Autoclavare a 121°C per 15/20 minuti max con le due parti incrociate e non sovrapposte. Si può anche prevedere la sterilizzazione con gas ossido di etilene ma mai al calore secco (stufa).

e. Piastre a contatto

Le piastre a contatto per ambienti sterili sono confezionate in un triplice imballo e sterilizzate per irradiazione.

Ogni “strato” viene aperto man mano che si procede verso l’ interno della camera bianca, in modo da evitare possibili contaminazioni.

 

Introduzione del materiale nella “clean room”

- Campionatore

La valigetta contenente il campionatore d’aria viene introdotta nell’ “air lock” dell’area bianca e trattata esternamente con disinfettante spray (alcool isopropilico 70%). Viene infine trasferito nella “clean room”. Il personale della “clean room” estrae dal contenitore, il campionatore d’aria per impiegarlo. Al termine del periodo di campionamento, il campionatore viene nuovamente trasferito nel contenitore e trasferito ad altra “clean room” attraverso l’ “air lock”.

- Piastre a contatto

Ogni laboratorio deve preparare un protocollo da seguire nella manipolazione delle piastre a contatto irradiate, dal momento dell’ arrivo sino a quando sono utilizzate all’ interno della “clean room”.

Si suggerisce una procedura di questo tipo:

1. Al momento dell’ arrivo, le piastre a contatto devono essere conservate a temperatura ambiente, non superiore a 25°C. Non devono essere conservate in frigorifero in quanto si avrebbe un eccesso di condensazione sulla superficie del terreno e sul coperchio.

2. Al momento dell’ uso, si deve prelevare un pacchetto (sacchetto) completo aprendolo con la massima precauzione in una area intermedia dove si elimina lo strato protettivo più esterno. Gli imballi in cartone devono essere eliminati ed allontanati nel più breve tempo possibile dalla zona.

3. La confezione viene trasferita nell’ “air lock” e trattata esternamente con una soluzione di alcool isopropilico 70%.

4. Il successivo strato protettivo viene aperto e le piastre trasferite all’ interno della “clean room” previo trattamento esterno con disinfettante spray.

5. Il personale all’ interno della “clean room” riceve le piastre a contatto e toglie il successivo strato protettivo.

6. L’ ultimo strato protettivo deve essere rimosso solo al momento dell’ impiego delle piastre. Ogni piastra è identificata con una breve descrizione del tipo di terreno nutritivo e con il lotto di produzione. Questi dati devono essere riportati sull’ apposito modulo in modo che tutti i dati siano riferibili e rintracciabili.

• Controllo di qualità interno

I terreni nutritivi possono essere sottoposti a differenti dosi di irradiazione che sono riportati sul Certificato di Irradiazione.

La dose standard è di 25/35 Kgy.

L’ irradiazione non deve comunque essere considerata un mezzo che garantisca il 100% di sterilità. E’ pertanto necessario che, al momento dell’ attraversamento dell’ “air lock” , ogni piastra sia controllata visivamente per accertare presenza di colonie od altre anormalità. In presenza anche di una sola colonia, la confezione intera deve essere ricontrollata e quarantenata.

• Valutazione dei risultati

E’ opportuno definire dei livelli di allerta e dei livelli di intervento. Ogni laboratorio/azienda si deve fissare dei propri limiti. In linea di massima, il livello di allerta si dovrebbe fissare a non più di due deviazioni standard dalla media.

• Riferimenti

IES RP CC023.1 Microrganisms in Clean Rooms. Microbiological Clean rooms and clean zones. – The US Pharmacopeia II Convention Inc.