Pomodori in scatola: segreti utili per valutarne la freschezza
I pomodori pelati, le polpe e le passate sono conserve sterilizzate che si conservano da due fino a più di tre anni. Il periodo di raccolta però dura qualche mese e i pomodori devono essere lavorati rapidamente. È quindi del tutto normale trovare sugli scaffali del supermercato una scatola di pelati confezionata 6 mesi prima o anche l’anno precedente. Per riconoscere i prodotti più freschi bisogna decifrare il codice presente sull’imballaggio (che sia di banda stagnata, vetro o altro).
La scritta è composta da una lettera dell’alfabeto seguita da un numero compreso tra 1 e 365. La lettera indica l’anno, mentre il numero il giorno in cui i pomodori sono stati inscatolati. Potrebbe esserci anche una seconda lettera dopo il numero ad indicare lotti relativi a periodi di durata inferiori alla giornata lavorativa. Per esempio, quando su una scatola di pelati è indicato “E218”, significa che il confezionamento è avvenuto il duecentodiciottesimo giorno del 2011, ovvero il 6 agosto: una data consona per la raccolta.
Questa successione di lettere e numeri si trova solo sulle conserve alimentari che usufruiscono di aiuti comunitari e serve a identificare il lotto di produzione. Anche se per i derivati industriali del pomodoro le sovvenzioni europee sono terminate e questa prassi non è più obbligatoria, le aziende continuano ad utilizzarla perché non in contrasto con l’attuale normativa ed è ormai una consuetude delle imprese del settore. Le modalità sono dettate da un decreto annuale del Ministero dello sviluppo economico in cui è stabilito quale deve essere la lettera dell’alfabeto da indicare prima del numero del lotto (vedi tabella).
Anno di inscatolamento |
Lettera assegnata |
2013 |
“H” |
2012 |
“M” |
2011 |
“E” |
2010 |
“N” |
2009 |
“R” |
2008 |
“A” |
2007 |
“C” |
Pubblicato da Valeria Nardi il 21 giugno 2013
Fonte: Il Fatto Alimentare